Gli anni ’50 hanno segnato una svolta nel concetto di “casa” delle famiglie italiane.
Infatti sono gli anni che hanno visto l’inizio della personalizzazione della propria abitazione.
Il mobilio legato a questo periodo è caratterizzato da una eliminazione degli “sfronzoli” decorativi degli stili precedenti (dai classici dell’800 al Liberty del primo ‘900): è più lineare e sobrio, con linee decise e sinuose, spesso con angoli smussati e forme leggermente bombate (basti pensare ai frigoriferi dell’epoca).
Il filo conduttore è comunque la sobrietà, coniugata alla funzionalità: forma e funzione vanno di pari passo e la loro bellezza nasce dall’onestà delle loro forme, che rappresentano ciò per cui sono state pensate.
Un pezzo comune in ogni casa dell’epoca è certamente la credenza da cucina: la dispensa, alla quale si associano poi il tavolo, il frigorifero e la classica cucina a gas, a completamento dell’ambiente.
La credenza nasce dalla necessità di mantenere l’ordine in cucina, di riporvi ciò che serve: così , da funzione a forma, si plasma un elemento d’arredo che ha segnato un’epoca.
Gli elementi sono essenziali: un vano porta scope o porta viveri laterale, cassettini piccoli per riporre la pasta, un comparto con due vetri che scorrono, a volte ingentiliti da decorazioni realizzate con la sabbiatura del vetro.
Dietro i vetri, piatti e bicchieri. In aggiunta poi, con l’apertura a ribalta, lo spazio per la conservazione degli alimenti. Oppure, una nicchia impreziosita da tanti piccoli specchi che creano un effetto stroboscopico.
Tutto ciò a volte è ingentilito da uno smalto bianco o in colori pastello tipici dell’epoca, in altri casi resta a nudo, lasciando a vista il legno di pioppo dalle caratteristiche venature.
Ogni elemento ha la sua funzione specifica, che si rispecchia nella forma.
Da ciò nasce la semplice e bella linearità di un pezzo tutt’ora apprezzato e ricercato, per dare un tocco di carattere a un soggiorno moderno, senza inserire necessariamente elementi di antiquariato a volte troppo seriosi per il gusto di chi vi abita.
Uno spiritoso modernariato, magari anche smaltato nei classici colori dell’epoca, per non prendersi troppo sul serio e dare un po’ di brio ad arredi spesso seriali!
Il successo di queste linee, a 60 anni di distanza, è forse dato proprio dalla loro pulizia formale, che difficilmente stanca e che le rende sempre contemporanee.
I concetti di funzionalità e forme sobrie di allora si trovano ad oggi in particolare nel design scandinavo, caratterizzato da purezza e praticità. Ma questo capitolo lo apriremo in un altro post!
E voi cosa ne pensate? È quel tocco di originalità che ma a in casa vostra?
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P.S.: il servizio da caffè in bone china è di Ginori, originale dei primi ‘900, in stile Liberty. Per un caffè…di classe!